Oggi, dopo 4 mesi circa, ho aggiornato il mio sito web. E dopo altrettanto tempo scrivo un post sul mio blog.
Ho aggiunto una finestrella pop up nella sezione Lezioni di italiano, avvertendo che le lezioni sono sospese perché ho troppi studenti a scuola.
È vero, sono tantissimi.
Ho 40 periods di aula, di 40 minuti ciascuno, pari a 26,6 ore, 16 classi. Le mie ore di italiano sono paragonabili alla seconda lingua alle scuole secondarie di primo grado.
Nessun registro, nessuna scartoffia burocratica, niente consigli di classe o di interclasse, di istituto, nessun compito in classe, scrutini ecc.
Tre Test all'anno, alla fine di ogni Term, e per Year 11 esame di italiano come lingua straniera a fine maggio.
Insegno in un scuola privata internazionale, una scuola Cambridge, a Precotto, a Milano, il St. Joseph International College.
Come ci sono finita qui?
Grazie a una mia compagna di liceo, che ha detto a sua sorella che insegnavo italiano. La sua azienda lavora con questo college, ed era conoscenza del ruolo scoperto sulla cattedra di italiano LS. Poi il resto ce l'ho messo io, il mio Cv, la mia persona, la mia voglia di fare.
Ho studenti di origine cingalese, bengalese, indiana, pakistana, egiziana. Sono quasi tutti nati in Italia, ma per la cittadinanza devono aspettare.
Sono io la straniera da accettare, ma accettarmi è stato, mi pare, abbastanza facile.
Ho studenti dal kindergarten all'ultimo anno delle nostre superiori.
Alcuni parlano benissimo italiano, sono nati in Italia, hanno frequentato per parecchi anni la scuola italiana, a casa parlano italiano, inglese, cingalese o bangla, iniziando la frase in una lingua e finendola in un'altra. Altri sono appena arrivati e in questa scuola trovano un porto sicuro in cui non sentirsi spaesati.
Alcune mamme, preoccupate, mi hanno chiesto se potevo dare lezioni private ai loro figli. Mi piacerebbe, ma quando?
State tranquille, immergeteli più che potete nell'italiano e la conoscenza verrà da sé. Tanti studenti l'hanno imparato così, come dicono loro "dalla strada". Ascoltando la musica, guardando le serie in italiano anziché in inglese, leggendo qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.
Non c'è una regola per imparare una lingua. C'è solo la motivazione.
Alcuni non ce l'hanno proprio e io mi danno perché non riesco con loro a trovare la chiave per innescargliela. Ma non demordo.
Sono gli ultimi giorni di vacanza.
Le vacanze dei prof. Un sogno realizzato. Anche se qui, la scuola finisce a fine giugno e poi a luglio c'è la summer school.
Io tra dicembre e gennaio, in ufficio, sono sempre stata sotto scadenza. Riviste prima e libri poi, da chiudere tassativamente entro il... Stress e niente vacanze.
Ma io che in un ufficio, per quanto un ufficio speciale, quello di una redazione, ci ho lavorato per tanti anni, ora lo posso dire: 40 ore dietro una scrivania non saranno mai tanto faticose quanto 26,6 in un'aula.
Ma la fatica è proporzionale alle soddisfazioni.
Nessun "ben fatto" del direttore editoriale di un'importante casa editrice, di un autore, di un collega varrà mai quanto l'abbraccio o un disegno di un bambino della primary school o un messaggino spiritoso scarabocchiato su un fazzoletto dalle ragazze di Year 10, perché loro sono il futuro e poter essere per loro un punto di riferimento positivo, anche se per poco, dà più senso alla mia esistenza di 100 visto si stampi.
Oggi ho mandato sui gruppi delle classi un promemoria con le cose da ripassare prima che ricominci la scuola, perché ci tengo sul serio al fatto che imparino l'italiano per proseguire qui gli studi, per trovare un lavoro soddisfacente, per innamorarsi, sposarsi, mettere qui radici.
In questi tempi bui (molto bui), mentre ascolto la conferenza stampa della prima donna presidente del Consiglio in questo Paese, penso a loro, penso a mia figlia e non perdo la speranza in un mondo meglio di così.
Buon anno a tutti!
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